"Vuoi far ridere Dio? Raccontagli i tuoi progetti."
WOODY ALLEN

 

LA TERZA VITA

"Quante vite ci vogliono per sentire di possederne una propria?
Chi racconta non pensa, la parola sgorga da una sorgente invisibile, sottocutanea, da una  fonte inesauribile perché profondamente umana.
Vittorio Moroni usa le parole non per raccontare ma per evocare,
attraversa l’esistenza di una donna sfiorandone il profilo con il palmo della mano,come un cieco vede e restituisce solo e semplicemente l’essenza." EMANUELE CRIALESE

TEATRO VALLE


LA TERZA VITA

testo Vittorio Moroni

regia Amandio Pinheiro

con Laura Nardi Elena Veggetti

con musiche Mario Mariani

supervisione Marco Piccarreda

 

TEATRO VALLE ROMA

11.12 marzo 2011 ore 20,45

13 marzo 2011 ore 16,45

info e prenotazioni 06 68803794

vendite online www.helloticket.it

www.teatrovalle.it

 

NOTE DELL'AUTORE

Lavorando ad un documentario sull’immigrazione femminile dal nord-Africa in Italia sono rimasto colpito da come l’evento luttuoso della vedovanza possa scatenare conflitti formidabili sia nelle dinamiche interne alla famiglia sia nel radicale interrogarsi della vedova sul suo destino e sull’identità propria e dei figli.
Lo sconvolgimento dell’assetto organizzativo della famiglia costringe spesso la moglie, rimasta sola, a delle scelte che implicano una totale revisione del proprio ruolo e delle proprie responsabilità rispetto alla cultura d’origine e alla cultura occidentale.
Ho incontrato molte donne, ho viaggiato e visitato i loro luoghi di provenienza, ho letto i loro diari, ho ripercorso le loro strade e sfiorato la loro memoria, finché una di queste storie ha sequestrato la mia attenzione.
L’ho chiamata Aisha ed ho deciso che sarebbe diventata la protagonista di questa storia.
Allora ho provato ad avvicinarmici con un’attenzione più intima e profonda, tentando l’impossibile: guardare il mondo coi suoi occhi, provare a farlo esistere dentro il suono di parole interiori,
tutte dette – o piuttosto pensate - in prima persona.
Ho tentato di descrivere il tempo, gli accadimenti, ma soprattutto la loro ombra opaca e misteriosa, gli echi, gli odori con la voce di Aisha, il suo punto di vista parziale, la sua fragilità, la sua umiltà,
il suo inguaribile complesso di colpa, la sua voglia di illudersi,
la sua forza delicata e al tempo stesso impetuosa.
Il materiale emotivo e drammatico che questa vicenda può sprigionare mi sembra denso, incandescente e forse persino utile a creare squarci di immedesimazione e di comprensione verso un mondo così vicino, così lontano. Vittorio Moroni


LA STORIA

Aisha, nata in un piccolo villaggio del Marocco,  eredita dal fratello,  scomparso precocemente, il privilegio di poter frequentare l'università. A Casablanca conosce Ahmed, che la sposa e parte per l' Europa. Aisha lo raggiunge dopo 5 anni per cominciare con lui una nuova vita in Italia. La sua esistenza però subisce una penosa regressione:  profondo isolamento, rapporti quasi nulli col mondo circostante. Le manca l'università, l’amica Fanny, la ricchezza di esperienze di quella stagione della sua vita. Nascono Alì e Salima, che vanno a scuola, imparano l’italiano  e si integrano meglio dei genitori. Un giorno Ahmed muore in un incidente sul lavoro. Aisha si trova improvvisamente sola. L’unica strada sembra quella di tornare indietro, al villaggio, coi figli. Ma le difficoltà per loro sono enormi: abitudini, progetti, amici sono tutti radicati in Italia. Vivono con ostilità il nuovo ambiente e non fanno altro che chiederle quando torneranno in Italia. Aisha si trova di fronte ad una scelta: vivere al villaggio sperando che imparino ad accettarlo o trasferirsi in Italia? Nel secondo caso sa bene che per lei, madre e donna, si avvierà un grande processo di trasformazione, un confronto inevitabile, profondo, tra la propria identità-cultura e la società italiana.